Quante volte sentiamo parlare di empatia? E quante volte riusciamo davvero a “sentirla”?
Questa parola tanto usata e abusata viene descritta da Tiffany Watt Smith nell’Atlante dell’Emozioni Umane come la “sensazione di una risonanza emotiva tra persona a persona”. In estrema sintesi: provo quello che provi tu.
Un' attitudine umana che gioca un ruolo chiave nella vita, ma anche nel lavoro, dove secondo Alessandro Bonichi, responsabile comunicazione del Gruppo IPI, è ciò che permette di unire competenza e conoscenza alla costruzione di un rapporto umano e trasparente.
Anche per la nostra Simona Giuliani, account manager in Domino da 11 anni, che lavora da sempre a contatto con le persone, l’empatia è la chiave per la costruzione di una relazione positiva.
"In un progetto non si può fare a meno di partire proprio dai bisogni dei nostri utenti finali: quanto capiamo le nostre “personas” e quanto ci avviciniamo alle loro necessità determina il successo di tutto il lavoro".
Ma l’empatia va anche coltivata, bisogna suscitarla in sé stessi e con le persone con cui ci interfacciamo perché quando c'è abbatte i muri, aumenta le connessioni, ci regala un feedback quasi sempre istantaneo e ci strappa un sorriso proprio come fa Francesco Aloia della scuola Holden.
Empatia non è simpatia: non è sentire insieme, riflettere a specchio, ma sentire dentro.
Ha studiato filosofia, ha imparato che molte cose dipendono da come le racconti. In Domino è digital storyteller. Fuori Domino legge, e cerca di raccontare altre storie.