Quando abbiamo un’idea in testa, un progetto, una strategia, un piano o un concetto, di solito si tratta di un qualcosa di elaborato, complesso e pieno di dettagli. Qualcosa di ricco, con mille frecce e collegamenti e sfumature.
Un enorme groviglio che impiegheremmo almeno mille parole per esprimere nella sua totalità.
Ma qual è l’obiettivo nel nostro comunicare?
Dare forma ed esprimere quello che abbiamo in testa, o far sì che gli altri ci capiscano?
Valorizzare ogni singolo collegamento per mettere in evidenza la nostra bella idea, o rendere un altro in grado di comprendere ciò che serve comprendere?
Ecco, se elaboriamo per noi, siamo liberissimi di dilungarci quanto ci pare. Ma nel secondo caso la sintesi – eliminazione attenta, selettiva e coraggiosa – di ciò che non è indispensabile, è necessaria.
Altrimenti rischiamo di perdere il nostro interlocutore ancora prima della metà della storia: come dice Elisa, copywriter in Domino, le persone vogliono arrivare al cuore delle cose.
Certo, è anche vero che come specifica bene Valeria, studentessa alla Scuola Holden, prima di tagliare bisogna essere sicuri di saperlo fare: ci vuole una certa cura e molta riflessione prima di calare la scure e tagliare via dei pezzi.
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Tagliare con l’accetta è la vera sfida di chi deve raccontare.